Il Presidente racconta l’Uscita culturale a Nocera Umbra e Gualdo Tadino

Visita culturale di Nocera Umbra e Gualdo Tadino

12 Dicembre 2018

Ed eccoci nuovamente in moto. Dopo il grande successo, per la visita culturale a Gubbio, che si è svolta in due mercoledì per il notevole numero di iscritti, per la odierna visita, è stato sufficiente un solo Pullman. L’avvicinarsi delle feste natalizie, del pranzo natalizio e della prima rata per chi ha deciso di effettuare il Tour di fine anno, hanno rallentato lo slancio dell’odierna visita a Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Le previsioni del tempo hanno rappresentato il problema maggiore. C’erano previsioni di un abbassamento in picchiata della temperatura per correnti d’aria dalla Siberia, la pioggia avrebbe dovuto infastidire la visita mattutina e pomeridiana, quindi tutti i Soci in partenza, erano ampiamente avvertiti di quanto si dovesse affrontare. Impermeabili, ombrelli, sciarpe, e copri capo erano il minimo che si dovesse prevedere per assicurarsi il conforto per gli spostamenti fra le varie località da visitare.  E allora?!  Ci siamo dimenticati del potere divinatorio della nostra Direttrice?  Non abbiamo più volte sostenuto che il filo diretto che la Direttrice ha con le forze della natura ha sempre permesso un regolare svolgimento delle visite?  Soci senza fede!  Certo la prudenza è sempre giusto averla ma con parsimonia per Bacco!           E voilà  il miracolo si è compiuto!                                                                                            Certo freddo l’abbiamo trovato, ma per fortuna il primo appuntamento era fissato per le ore 8,30 e quindi è stato evitato il sotto zero. Il cielo sereno e la voglia d’andare più forte di sempre, anche perché stare fermi non era consigliato per non rimanere congelati. Ma in certe cose quando c’è interesse ed una buona compagnia, i problemi del genere servono anche per animare i discorsi ed aumentare le conoscenze.        Nel momento nel quale sto scrivendo queste note, Spoleto si presenta imbiancata, è nevicato durante la notte e dal Gazzettino dell’Umbria ho appreso che è nevicato, in modo più consistente che da noi. nel nocerino e gualtese. Scherzosamente, mentre camminavamo per le strade di Nocera, ho avuto occasione di dire a chi mi era vicino ”ma se nevica qui come fanno ad arrivare in cattedrale?”                                         E allora quale altra prova volete per convincervi che la nostra Direttrice ha poteri soprannaturali?

Veniamo alla partenza. Primo appuntamento a Piazza Vittoria per partenza alle 8,30 in perfetto orario e regolarità. A seguire gli altri imbarchi, personalmente ai Giardini alle 8,40. Come dicevo il percorso è molto breve per cui non à stato possibile effettuare la canonica fermata per un caffè o un cappuccino e il tutto  è stato rimandato all’arrivo a Nocera presso due Bar della cittadina. Comunque nel breve tratto di strada Agostino dava notizie su quello che ci apprestavamo a vedere.

Arrivo a Nocera Umbra

Arrivo in perfetto orario e discesa dal Pullman, per affollare i due bar disponibili, per quello che non si era potuto fare durante il viaggio. La sosta si è protratta più a lungo del previsto, per l’unico bagno disponibile, almeno nel bar scelto dal nostro gruppo. Ci attendeva la prima salitella che ci avrebbe portato alla Chiesa di San Francesco chiesa sconsacrata e adibita ad area museale.

La Cittadina  è’ di origine  di popoli umbri il cui nome Noukria dal significato La Nuova, si sviluppò particolarmente nel periodo romano. Ubicata lungo la via Flaminia nel punto ove la Flaminia si dirama verso Fano. Subì un saccheggio al passaggio dei circa 100.000 Goti di Alarico diretti verso Roma. Occupata nel 571 dai Longobardi, vista la sua importanza strategica divenne sede importante amministrativa (Gastaldo), uno dei dieci del Ducato di Spoleto. Con i Franchi divenne contea dell’estremo nord-ovest del Ducato di Spoleto, zona di confine con le terre dipendenti  dall’Esarcato Bizantino di Ravenna. Le sue vicissitudini storiche passano attraverso la sua conquista e incendio da parte di Federico II, imperatore  del Sacro Romano Impero nel 1248 e successivamente distrutta da un violento terremoto nel 1279. Successivamente ricostruita, dalla metà  XV secolo fece parte dello Stato della Chiesa fino all’Unità d’Italia. Nel 1997 un terremoto del 6° grado Richter ha reso inabitabile l’antico centro storico e la ricostruzione è stata lunga e solo recentemente ultimata.

La sua caratteristica di città medievale è quella classica di essere arroccata su una collina, ha delle fonti di una famosa acqua minerale, Nocera Umbra, che un tempo veniva esportata all’estero. La cittadina ci accoglieva con un bel Presepe realizzato nel centro città che dava un carattere natalizio particolarmente piacevole per l’utilizzo di diverse sorgenti d’acqua che aumentavano la delicatezza del paesaggio natalizio ricreato con paesaggi montani , cascate e la classica grotta con la Natività.

Chiesa di San Francesco

La Chiesa fu eretta a partire  dal 1319 quando i frati Francescani vi si trasferirono dal convento fuori le mura, andato distrutto da Federico II di Svezia. Vi si accede da Piazza Caprera mediante due portali, uno in stile romanico più piccolo, l’altro in stile gotico. Nel 1863. Venne sottratta alla chiesa ed assegnata al Comune. Dal 1957, ospita la pinacoteca comunale.                                                                      L’interno si presenta come un’unica vasta aula di 25m per 15 m. vi sono esposte alcuni affreschi del quattrocento e cinquecento. Vi si può ammirare il Crocefisso del duecento, il magnifico Polittico Dell’Assunta dell’Alunno, Incontro di Gioacchino ed Anna di Matteo da Gualdo                                    Il Polittico, inserito in una ricchissima cornice lignea intagliata, dorata e decorata, fu eseguita nel 1483 dal folignate Niccolò di Liberatore detto l’Alunno. Nel 1937 rischiò di essere venduto a un commerciante, ma il tentativo di alienazione venne fortunatamente bloccato dalla Sovraintendenza, che diffidò il capitolo della cattedrale dal concludere l’operazione. Agostino su questa opera si è soffermato parecchio, stante la bellezza e l’importanza. Nello scomparto centrale è raffigurata la Madonna in adorazione di Gesù con angeli; ai lati, a sinistra i santi Lorenzo e Rinaldo e a destra, i santi Francesco e Felicissimo, patroni di Nocera. L’opera capolavoro della maturità dell’Alunno è realizzata con grande attenzione per i dettagli e con forti tonalità cromatiche.    Molto importanti gli affreschi alle pareti con un San Francesco che riceve le stimmate e poi ancora reperti di epoca romana, tra cui un miliario della via Flaminia per Ancona. Un affresco con Madonna di Loreto. Secondo la tradizione la casa dove nacque la Vergine a Nazareth, minacciata di distruzione dai Saraceni, fu trasportata in volo dagli angeli a Loreto (1294). Ancora affresco con Madonna della Misericordia e santi di Venanzo da Camerino e Piergentile da Matelica. L’affresco di Matteo di Pietro da Gualdo con il suo Incontro di Gioacchino e Anna alla porta Aurea.                                                            Con un breve percorso a piedi, si giunge al Museo Archeologico situato nel ex Municipio.

Museo Archeologico

Centro di documentazione dei siti archeologici territoriali. Si possono osservare degli strumenti litici del Paleolitico inferiore, del neolitico e dell’età del Bronzo. Reperti provenienti da collezioni private (Starderini) o studiosi (Otto von Hessen ed altri).  La sezione romana dedica ampio spazio alla via Flaminia ed alle opere del tratto stradale nocerino  Notevole interesse  ha destato la Tavola Peutingeriana e come Agostino ci indicava, non è una proiezione cartografica, ma deve essere considerata come una sorta di diagramma che permetteva di muoversi facilmente da un punto a l’altro e di conoscere le distanze fra le tappe. La sua redazione era finalizzata più ad indicare le stazioni di posta e servizi a distanze regolari. Nata in epoca romana fu incisa nel marmo e posta sotto il Porticus Vipsanae, non lontano dall’Ara Pacis lungo la via Flaminia. Poi nel 1591 la Tabula venne stampata ad Anversa                                                      Ultimata la visita con  una breve ma ripida salita, si arrivava alla Cattedrale.

Cattedrale

La chiesa, posta sulla cima del colle, probabilmente su di un tempio dedicato alla dea Favonia. E’ una cattedrale di stile romanico, di questa primitiva costruzione rimane il portale romanico sul lato sinistro dell’edificio. In principio era la cappella dell’antica fortezza, distrutta nel 1248 da parte di Federico II. Abbandonata e caduta in rovina, dopo duecento anni vi furono inumate le reliquie di  San Rinaldo, patrono della città, i cui resti sono sotto l’altare maggiore. Le pitture sulla volta dell’abside è di Petrignani di Assisi e rappresentano la Madonna Assunta , San Rinaldo e il Beato Tomassuccio. Nella chiesa vi sono sei cappelle laterali, ma di queste, solo una, la Cappella delle Reliquie, è decorata con un affresco del 1582 rappresentante la Presentazione di Gesù al Tempio, di Domiziani di Fabriano.  Rinaldo                              A questo punto diamo alcune informazioni su San Rinaldo Patrono di Nocera Umbra. L’autore di una biografia del santo (Fabio Arduino) ci dice che visse a cavallo tra il XII e XIII secolo, singolare figura di monaco eremita e di vescovo. Divenne esempio di pietà e carità, di fede e di coerenza, in un mondo di ricchezza e potere, con compromessi tra potere temporale e spirituale Figlio primogenito di un signorotto locale, destinato a posti importanti  politici e militari, a l’età di venti anni abbandonò tutti i suoi averi per darsi all’eremitaggio. Divenne monaco presso il monastero camaldolese di Fonte Avellana. Fu eletto priore, fu associato nell’episcopato al vescovo Ugo ed alla sua morte ne divenne l’erede naturale.  Rinaldo scelse di rimanere monaco anche da vescovo e lo fece con la tipica forza dei santi, sempre interamente dedito a Dio e ai fratelli. Morì nel 1217 presso Nocera Umbra. Quando Nocera fu distrutta dall’esercito di Federico II avvenne lo straordinario evento che il corpo di san Rinaldo fu trovato intatto e non profanato come le tombe degli altri vescovi. Proclamato patrono di Nocera si ricostruì la città distrutta. Nel 1448 riprese la ricostruzione della cattedrale, e il suoi corpo fu trasportato nella nuova cattedrale (1456). Venerato come protettore in tutti gli eventi tragici, guerre, terremoti, calamità.                                    Accanto alla cattedrale troviamo la torre civica.

Campanaccio

La Torre Civica conosciuta con il nome di Campanaccio, risale all’XI secolo ed è l’unico resto della Rocca dei Castellini. Simbolo dell’acropoli nocerina, fu più volte distrutta dagli assedi e dai terremoti  e fu teatro di un sanguinoso episodio. La strage dei Trinci ( o eccidio di Nocera ) avvenuta a partire dal 10 gennaio 1421, fu l’esecuzione sommaria di alcuni esponenti appartenenti alla famiglia dei Trinci.

I fatti.                                                                                                                 Nicolò Ttrinci signore di Foligno e vicario di Nocera, ebbe una relazione amorosa con Orsolina moglie di Pietro di Pasquale da Rasiglia, uomo di fiducia dei Trinci e castellano di Nocera, per vendicarsi del torto subito, invitò i tre fratelli Trinci, Niccolò, Corrado, Bartolomeo ad una battuta di caccia. Corrado impegnato a Trevi non vi partecipò. Al termine della battuta , furono ospitati per la notte nella rocca (detta Campanaccio).  Niccolò venne ucciso per primo nel letto e la stessa sorte toccò al mattino a Bartolomeo. Il castellano cercò di aizzare la popolazione, ma invano, contro i Trinci. Corrado III Trinci , venuto a conoscenza dei delitti, corse per vendicare i fratelli, coadiuvato dal capitano di ventura Braccio da Montone, che assediò la città. Pietro di Pasquale, rifugiatosi con la moglie nel Campanaccio, fu costretto a gettare  da esso prima la moglie infedele e quindi se stesso. Corrado III, non pago della vendetta, giustiziò il padre del castellano, tagliandolo a pezzi, facendo anche ammazzare i parenti del castellano fino al terzo grado. Si parlò di 300 vittime le persone colpite dall’ira di Corrado III, insanguinando le vie di Foligno, di Nocera e di Trevi.. Sul cadavere del castellano, Corrado Trinci ne fece brutale ed osceno macello, tanto da essere interdetto e scomunicato. Tale situazione di interdizione e scomunica investì anche la città di Nocera e durò fino al dicembre 1424, quando Papa Martino V si degnò di assolvere la città di Nocera..        Proseguendo si arrivava alla Chiesa di San Filippo, in bellissima posizione nella parte alta di Nocera Umbra. Edificata in stile neo gotico tra il 1864 e il 1868 su disegno dell’architetto Poletti: La facciata principale presenta un grande rosone con ai lati i simboli dei quattro Evangelisti. Vista l’ora ci si avviava rapidamente, anche perché tutta in discesa, verso il luogo dove ci attendeva il Pullman, passando attraverso un ampio e lunghissimo portico, ricavato dalla restaurazione degli spalti del castello, e futura sede di  negozi e attività commerciali.

Ora di Pranzo

Lasciata Nocera Umbra ci si avviava a raggiungere il posto di ristoro a Gualdo Tadino, all’ingresso della cittadina, Ristorante Lucignolo. Tralascio il menù, ma devo affermare, a furore di Soci, che può essere considerato uno dei migliori luoghi nei quali abbiamo riposato le stanche membra e dove abbiamo ripristinato le forze con il pranzo. Ambiente che ci ha accolto con buona sistemazione e sufficiente spazio ma soprattutto con gentilezza, velocità di servizio e abbondanza di piatti gustosi. Un rapido caffè al banco e tutti pronti per la seconda parte della visita, un poco appesantiti.

Gualdo Tadino

Anche Gualdo Tadino, città umbra, cambiò nome da Tarsina a Tadinum sotto la dominazione romana. Posta sul percorso della via Flaminia, divenne una città florida e i recenti scavi  archeologici mostrano la sua notevole grandezza e importanza. Subì il passaggio distruttivo dei Goti di Alarico che dirigendosi verso Roma nel 409 d.C. saccheggiarono e distrussero quanto trovavano lungo la via Flaminia. infliggendogli un duro colpo. Il territorio fu luogo della Battaglia di Tagina  (552 d.C.), nella quale il generale Narsete sconfisse l’esercito dei Goti guidati da Totila. Nella battaglia Totila rimase ferito e morì poco dopo e tale conflitto segnò la fine dei Goti in Italia. Con l’arrivo dei Longobardi  il territorio entrò a far parte del Ducato di Spoleto con sede di uno sculdascio (preposto alle funzioni di giustizia e di riscossione delle tasse) alle dirette dipendenze del gastaldo con sede a Nocera. Ma le vicende che vede la cittadina protagonista passano per la distruzione di Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero nel 996, la città cambiò nome e prese quello longobardo di Gualdo (luogo boscoso). Subì un violento incendio e venne ricostruita nel 1237 intorno all’abbazia di S. Benedetto con pietra bianca della sua montagna, sull’attuale Colle Sant’Angelo (il santo dei Longobardi), dominato dalla Rocca Flea.              La cittadina si dette libere istituzioni comunali sotto la protezione di Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero. Successivamente fu sottomessa a Perugia e poi passò sotto lo Stato della Chiesa. Anche Gualdo subì danni per una forte scossa di terremoto (21 luglio 1751) che cancellò gran parte delle sue caratteristiche tardo-medievali. Ancora gravemente danneggiata dal terremoto del 1997.

Chiesa di San Francesco

La chiesa e il convento di San Francesco furono edificati a partire dal 1241. La facciata è caratterizzata da un grande portale gotico fregiato di capitelli. L’interno presenta un’unica ampia navata a tre campate ogivali. Ricca decorazione alle pareti affrescati con dipinti di scuola umbra- marchigiana del XIV-XVI secolo. Tra le opere quella di Matteo da Gualdo. L’impianto della chiesa e coeva a quella della Basilica di San Francesco e la Chiesa di Santa Chiara in Assisi. Al momento della nostra visita era in atto la mostra del maestro Luciano Ventrone e della sua allieva Tatsiana Naumcic. La mostra “Meraviglia ed Estasi” curata da Sgarbi mette in mostra opere scelte dal ciclo “Dio sta nei dettagli”. Si possono ammirare i parallelismi tecnici fra allieva e maestro. Federico Zeri, conoscitore d’arte e specialista della pittura italiana dal XII al XV secolo  definì il Ventrone “Il Caravaggio del XX secolo.           Il Veltrone  individua nelle nature morte un universo fatto di percezioni  con cui far vibrare emozioni di felicità tra illusione e verità. Silvana Lazzarino in una sua recensione, definisce il percorso dove le nature morte  (fiori, frutta e oggetti in posa) proiettano verso l’ipernaturale. Esse prendono vita da interazioni tra luce, forma e colore che ne esalta l’intrinseca bellezza, la plasticità delle forme evidenziando superfici concave e convesse dove si incontrano e accostano diverse gamme di colore caldi e intensi, opachi e vivaci. La visita necessariamente veloce  per permetterci la visita  alla Rocca Flea

 Rocca Flea  

La fortezza sovrasta Gualdo Tadino ed è giunta a noi con la ristrutturazione realizzata da Federico II di Svevia nella quale si stabilì curando anche la costruzione di una possente cerchia muraria.                      Il suo nome è derivato dal viciniìo fiume Flebeo.   Dal 1513 la Rocca fu sede della legazione Cardinalizia Autonoma che amministrò saggiamente la città tenendola all’altezza culturale del Rinascimento fiorentino. Oggi ospita il Museo Civico, con Pinacoteca, sezione ceramica, reperti archeologici.  Sono visibili opere provenienti in massima parte dalle chiese della zona. Si può ammirare il grande polittico di Niccolò di Liberatore, detto l’Alunno: Madonna in trono con il Bambino e angeli.  Il  capostipite della scuola locale Matteo da Gualdo: Madonna in trono con il Bambino e i santi Francesco, Bernardino, Margherita e Caterina d’Alessandria. Madonna con il Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista    Annunciazione. Antonio da Fabriano : Sant’Anna con la Vergine bambina tra i santi Gioacchino e Giuseppe Avanzini Nucci. Miracolo di san Diego                                                                                                      Girolamo di Matteo da Gualdo: Incontro di Gioacchino e Anna alla Porta  Aurea di Gerusalemme        Albero genealogico della stirpe di David Pittore romagnolo: Madonna con il Bambino tra santa Caterina d’Alessandria, san Giuseppe e san Giovanni                                                                                Maestro di Gualdo :La croce dipinta con la figura di Cristo crocefisso fissò uno schema iconografico destinato a permanere, pur con mutazioni, fino al XV secolo, L’iconografia è quella di origine bizantina (Cristo sofferente)  che si affiancò fino a sostituirla quella più antica (Cristo vittorioso sulla morte).         I reperti archeologici testimoniano il popolamento di Gualdo Tadino dalla preistoria al Medioevo.          La sezione ceramica ospita opere del XIX e XX secolo. La guida ci ha spiegato la particolare tecnica per avere il risultato delle ceramiche gualdesi. La terza cottura con fumo di ginestra che permetteva sul pezzo già finito degli straordinari riverberi oro e rubino.

Termine della visita e rientro a Spoleto

L’uscita dalla Rocca Flea avveniva in un tripudio di luminarie natalizie. La strada in uscita dalla rocca era illuminata creando un tunnel di luci molto suggestivo e ben augurante. Sembrava di sfilare sotto una volta di stelle, che tra l’altro riflettendosi sulla fiancata del nostro pullman che ci era venuto a prendere, aumentava la fantasmagorica presenza delle luci e colori.                                                            Imbarco veloce e rientro senza problemi lasciando a tutti un sapore di bella giornata che era riuscita a incastonarsi fra una giornata piovosa del giorno prima e di una leggera ma pur sempre nevicata del giorno dopo. Ringraziamenti sentiti e calorosi ad Agostino alla Caterina per i suoi biscottini super dei quali ci ha ormai viziati, a Mauro perfetto autista e alla Direttrice per come ha scelto la visita culturale  e condotto il gruppo. E’ stata l’occasione anche per ricordare le ultime scadenze prima del periodo delle vacanze natalizie. Alla prossima visita e auguri a tutti i Soci di buon Natale e Felice e sereno nuovo anno 2019