Visita a Rasiglia relazione del Presidente Carlo Augusto Dal Miglio

                       Visita a Rasiglia Martedì 12 novembre 2019

Cari Soci, a noi dell’Unitre Spoleto, non ci spaventa nulla! Non ci sono le condizioni ideali, perché il tempo vorrebbe impedirci ciò che è stato programmato con tanta cura e passione? E noi ce ne infischiamo di tutto sfidando le intemperie,  pronti alla nostra visita a Rasiglia, la prima di quest’Anno Accademico. La partenza da Spoleto avveniva sotto una leggera pioggerella che non faceva presagire  nulla di buono, ma l’atmosfera dei ben due pullman dei Soci che avevano aderito, era come al solito distesa e desiderosa di conoscere. Pina Silvestri con la sua calma proverbiale e con la massima attenzione al gruppo ci ricordava il suo numero telefonico per ogni possibile evenienza, aggiungendo che comunque perdersi in Rasiglia era cosa  assolutamente impossibile. Analoga procedura avveniva nell’altro pullman affidato a Rosa Tulli. Lungo il percorso d’andata in una rapida fermata di servizio, Agostino che era partito con il pullman nr.2 è salito sul pullman nr. 1  per dare le indicazioni principali su ciò che avremmo visto e dando alcuni ragguagli storici riguardanti Rasiglia. Il tragitto veniva coperto in breve tempo, ma all’arrivo, rendendoci  conto dell’inclemenza del tempo che in quel momento sembrava volerci dissuadere di proseguire il nostro programma, adeguavamo il nostra progetto iniziando la visita con l’Antico Santuario di Santa Maria delle Grazie.

Sorge a circa un chilometro da Rasiglia, nell’alta Valle del Menotre. Risale al 1450, quando il parroco di Rasiglia ottenne dal Vescovo di Foligno di erigere una chiesa da intitolare alla Vergine, nei pressi del fosso Terminara, dove sarebbe stata scoperta una statua in terracotta della Madonna col Bambino, in territorio oltre i confini della parrocchia di Rasiglia, in territorio della diocesi di Spoleto (provocando dispute  tra Rasiglia e Verchiano). Il primo nome dato al Santuario fu “Madonna della Misericordia” e poi, per via delle grazie ricevute dalla popolazione durante il periodo della peste, il nome fu cambiato in quello di “Madonna delle Grazie”                                         

 Il Santuario presenta sulla facciata principale e sul lato sinistro un porticato. La chiesa è ad una navata, a forma rettangolare con un solo altare sopra il quale è collocata l’immagine della Madonna. Nella cripta, è situata la statua di terracotta raffigurante la Madonna in ginocchio adorante il Bambino. Sulle pareti ci sono affreschi votivi. Affreschi murali riconducibili ai maestri folignati del XV secolo ornano le pareti del Santuario. L’affresco più antico, datato 1454 è posto sulla parete destra e rappresenta la Madonna della Misericordia che protegge i fedeli dalla Peste. Ancora si nota l’Angelo della pace che assiste due guerrieri che si abbracciano. Sulla parete di sinistra diversi santi e sopra la porta d’ingresso San Cristoforo. Dopo le ampie e sempre piacevoli  spiegazioni di Agostino, il parroco ci salutava con un breve benvenuto ed un grazie per la visita effettuata.                             All’uscita l’inclemenza del tempo con pioggia battente, ci accompagnava fino ai pullman che ci avrebbe portato, visto il perdurare del mal tempo, a visitare la Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Le prime notizie risalgono al primo piovano, don Vincenzo Lozzi in data 1612. L’aspetto esterno è caratterizzato da un portale in cotto sopra il quale si aprono due grandi finestre rettangolari. L’interno, non presenta grande interesse, e presenta un’unica  navata. Ci attendeva una graziosa ragazza volontaria guida di Rasiglia, innamorata del suo paese e impegnata alla sua rinascita, che ci dava informazioni sulle sei sorgenti di acqua che sgorgano in zona. La sorgente Capovena si trova nella parte alta dell’abitato. L’acqua fuori esce  da una roccia all’interno di una grotta. L’acqua di questa fonte attraversa tutto il paese disperdendosi in mille rivoli e formando una serie di fiumiciattoli e cascatelle che rappresentano la grande attrazione per i turisti. Finisce il suo percorso in un’unica grande vasca artificiale denominata “Peschiera” e poi attraverso un canale raggiunge il fiume Menotre. La sorgente Alzabove si trova nei pressi dell’abitato ed è captata per uso potabile ed è considerata particolarmente indicata per le persone che soffrono di pressione alta.                                             Il bacino idrogeologico è posto a cavallo dell’Umbria e delle Marche. La gentile guida ci ha spiegato come la sorgente abbia una ciclicità nella sua emissione d’acqua. Simpatica è stata la descrizione di come Rasiglia si sia impadronita di tutta l’emissione d’acqua a danno dei paesi marchigiani i quali in verità  lamentavano i danni per l’eccesso di acqua in alcuni periodi che finivano per rovinare i raccolti che insistevano sul crinale marchigiano. Questa sembrerebbe la ragione di come Rasiglia si sia impadronita di tutta la ricchezza d’acqua di questa sorgente. In vero c’è anche una versione più fantasiosa che indica in una specie di magia di un rabdomante il quale sarebbe riuscito a deviare tutto il flusso dalla parte umbra  La sorgente Venarella  e la sorgente Le Vene, quest’ultimaa un chilometro dal paese in località Chieve, alimentano il fiume Menotre. Vi è ancora la sorgente Vena Pidocchiosa,  posta all’ingresso del paese e si getta senza alcun utilizzo nel fiume Menotre. Ed infine  le Vene di Campolungo ad alcuni chilometri dal paese utilizzata per irrigazioni di alcune coltivazioni.                                                              

Tutta questa ricchezza di acque è stata la ragione per cui Rasiglia è stata denominata la piccola Venezia umbra, ma è stata anche per moltissimo tempo la fonte di vita di Rasiglia. Questo intreccio di vicoli e vie d’acqua su cui si affacciano edifici in pietra un tempo furono mulini, lanifici, e tintorie, creando un distretto preindustriale. Già noto nel XII secolo e presidiato da una rocca voluta dai Signori di Foligno, i Trinci, e  si è mantenuta tale fino alla prima metà del novecento, quando il trasferimento dei lanifici a Foligno ha interrotto bruscamente la sua vita produttiva. Gli eventi del 1997 con il terremoto ha contribuito allo spopolamento del luogo che oggi conta non più di 17 abitanti nel centro storico e non superano le 44 unità aggiungendo gli abitanti delle zone limitrofe. La gentile guida ci informava che il borgo sta rinascendo grazie ad importanti iniziative di valorizzazione messe in campo da varie associazioni di volontari impegnandosi alla ristrutturazione di alcuni edifici in parte come abitazioni e in parte con funzione didattica. Il paese sta piano piano conquistando interesse ed ogni fine settimana viene preso d’assalto da un incredibile numero di visitatori  La guida ci diceva che il recupero del borgo e dei suoi elementi – a cominciare dal grande telaio jacquard del primo novecento – possa proseguire, con l’aiuto del Comune di Foligno, per incentivare la fruizione di questo meraviglioso luogo. L’uscita dalla chiesa parrocchiale, al termine della gentile illustrazione della guida, coincideva, ma ormai eravamo ben consapevoli della cosa, con l’intensificarsi della pioggia e il raggiungere i pullman posteggiati all’ingresso del paese ci hanno permesso di godere in esclusiva un percorso in discesa su un piccolo ruscello d’acqua piovana non smentendo la peculiarità di Rasiglia di “Piccola Venezia”.                                                                                     

Un breve tragitto ci portava al ristorante nel quale era prevista la merenda/cena. La terminologia è da considerare molto riduttiva. Si è trattata di una vera e propria cena, servita in modo perfetto da personale gentile, capace e veloce. La giornata che ci aveva regalato tanta pioggia si chiudeva in allegria e con la possibilità per chi lo avesse voluto di molteplici bis, ter e quater. Diciamo che era possibile ma neanche sotto tortura dirò chi ne ha approfittato. Durante la cena mi sono recato presso i vari tavoli ed ho trovato una generale soddisfazione di tutto il programma di visita, e  perché no anche per la merenda/cena. Questo mi ha rincuorato, perché l’impegno che mettiamo nello scegliere i luoghi da visitare e i posti ove sostare, per rifocillarsi e scambiare le impressioni e i giudizi di quanto visto, sono la parte più importante che ci permette di proseguire con entusiasmo  sulla scelta delle visite culturali.                                                                             Grazie per la partecipazione e vi aspettiamo alla prossima visita culturale a Caprarolla al Palazzo Farnese.