Dott. Agostino Lucidi

Uscita a Castel Ritaldi e Castel San Giovanni

Escursione Castel Ritaldi del 1 dicembre 2021

La pianta del castello è rettangolare, racchiusa in un sistema murario circolare con le torri esterne quadrate, le feritoie e le buche da bombarda.
Dopo il XIV secolo all’interno degli alti bastioni si formò il borgo con le sue caratteristiche vie.
Dalla piazza esterna, attraverso un’antica porta in selce ad arco acuto, si accede al castello che conserva pregevoli opere d’arte.
Verso la porta si trovano l’antica residenza del castellano e del corpo di guardia con tettoia e loggia del secolo XV che sovrastano un’imponente scalinata, e la bella chiesa di Santa Marina.

Scarse e confuse sono le storie inerenti la Santa, molte le leggende.
Figlia di un vedovo, che alla morte della moglie si ritirò in monastero, lasciandola ai parenti, Marina fece anche lei poco dopo il suo ingresso al convento come un uomo e col nome di Marino.
In un giorno di questua padre e figlia si fermarono a dormire in una locanda, proprio mentre la figlia dell’oste rimase incinta di un soldato.
Scoperta, la giovine incolpò Marino che per questo fu cacciato dal monastero.
Quando il bimbo di quest’ultima nacque, lo portarono da Marino e fu allevato fuori dal convento. Quando un bel giorno Marino fu riammesso al convento, dovette sottostare ai più duri servizi che lo fecero ammalare fino alla sua morte, nel seppellirlo, si accorsero che in realtà era una donna e da subito fu venerata come santa, anche dalla sua accusatrice, che, presa da un demonio, ne fu liberata.
Da quel giorno il culto per Santa Marina dilagò in ogni parte ed arrivò anche in Umbria.

La chiesa di Santa Marina, edificata tra il XIV e XV secolo, è parte di un complesso monastico prima benedettino e poi agostiniano che nel tempo ha sostituito l’antica parrocchiale di San Gregorio in Nido. All’interno ci sono una Madonna col Bambino in una mandorla di Serafini (1508), la Madonna del Soccorso attribuita a Lattanzio di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno ed un interessante affresco di Tiberio d’Assisi.

All’interno del castello di Castel Ritaldi si trova anche la chiesa ed il monastero femminile delle benedettine celestine di Santa Caterina che conservano interessanti opere d’arte all’interno della loro struttura e fanno accoglienza religiosa per pellegrini ed esercizi spirituali.

Nella frazione di La Bruna sviluppatasi all’incrocio delle principali vie di comunicazione del territorio sorge il Santuario della Madonna della Bruna, gioiello rinascimentale edificato sulla riva del torrente Tatarena, a navata unica a pianta centrale coronata da tre absidi.

La leggenda racconta che nel giugno 1506 un gruppo di pellegrini che si recava a Montefalco per venerare la Beata Chiara, sostò all’ombra delle querce secolari in riva al torrente.
Quando si alzarono per riprendere il cammino non riuscirono a risollevare lo stendardo se non dopo aver fatto dipingere sul muro dell’argine l’immagine rappresentata sullo stendardo stesso.
Sopra l’altare maggiore è dipinta l’immagine della Madonna della Bruna così chiamata per l’incarnato del volto, affresco attribuito a Tiberio Diotallevi di Assisi. Ai lati dell’altare due stemmi scolpiti, del Comune e quello dei Medici ed altri dipinti di don Pier Matteo Piergili.

Il paese di Castel San Giovanni antico è tutto dentro alle mura quadrate. Solo dopo la seconda guerra mondiale è stata operata una sconsiderata apertura sul lato est. Le robuste torri-angolari-cilindriche sono ben conservate. Il Castello è del’300 ed è il meglio conservato della piana spoletina. Nei secoli XIV e XI fu fortilizio della famiglia Bitonta o Botontei. Sulla grande porta ad arco è uno stemma cinquecentesco papale (chiavi e mitria triregno), con la scritta:”DOM SPOL.” (Dominio spoletino). Fino alla seconda guerra mondiale il castello era circondato da un fossato. Sulla porta ci sono evidenti tracce dell’antico ponte levatoio. La porta è affiancata da un’altissima Torre chiomata con beccatelli ed archetti e con merli alla guelfa.

A Castel San Giovanni, sopraelevata rispetto al piano della piazza, sorge la chiesa dedicata a San Giovanni Battista, più volte ricostruita, con una bella porta cinquecentesca e con affreschi di scuola umbra, tra cui una pala d’altare seicentesca attribuita a Giuseppe Ghezzi.