Dott. Agostino Lucidi

Oggi abbiamo con noi  il nostro carissimo Agostino Lucidi, sempre presente nella vita dell’Unitre, nostro accompagnatore e guida nelle uscite culturali dal lontano 2008 ad oggi. Grazie a lui la Valnerina non ha più segreti, abbiamo fatto negli anni uscite a tema, gli Etruschi, i Castelli medioevali,  le Abbazie, le Ville Nobiliari, una volta all’anno mostre a Roma ecc.

Lavora al Cedrav  (Centro  documentazione ricerca antropologica in Valnerina). E’ dirigente del Cedrav,  impegnato nella valorizzazione della Valnerina, ha una  conoscenza approfondita del patrimonio monumentale  dei Siti naturalistici e dei luoghi storici. Ha realizzato lo studio dei luoghi dell’anima sia italiani che esteri.

Conferenza

“Santa Cecilia Patrona della Musica”

Santa Cecilia viene festeggiata il 22 novembre.

Nata da una nobile famiglia a Roma, quasi sicuramente nel rione di Trastevere, dove poi sarebbe sorta la basilica a lei dedicata, sposò il nobile Valeriano.

Si narra che il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonassero organi e lieti canti ai quali si accompagnò la vergine cantando. Confidato allo sposo il suo voto di aver consacrata a Dio la sua verginità, egli si convertì al Cristianesimo. Tornato nella propria casa, Valeriano vide Cecilia prostrata nella preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei e, ormai credente convinto, pregò che anche suo fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così fu.

Il giudice Almachio aveva proibito di seppellire i cadaveri dei Cristiani, ma i due fratelli convertiti alla fede si dedicavano spesso alla sepoltura di tutti i poveri corpi che incontravano lungo la loro strada. Vennero così arrestati, sopportarono piuttosto atroci torture piuttosto che rinnegare Dio e infine decapitati, insieme al cancelliere Massimo che avevano convertito mentre erano prigionieri.

Cecilia pregò sulla tomba del marito e del cognato, ma poco dopo venne chiamata davanti al giudice, che ne ordinò la morte per soffocamento nel bagno di casa sua, ma si narra che “la Santa invece di morire cantava lodi al Signore“. Convertita la pena in morte per decapitazione, il carnefice colpì il suo collo tre volte senza riuscire a reciderlo e, nonostante le ferite morì dopo ben tre giorni.

Fu Papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle la degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto. Nel 1599, durante dei restauri ordinati in occasione dell’imminente Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia sorprendentemente in un ottimo stato di conservazione.

Cecilia divenne patrona della musica per un’errata interpretazione di un canto latino, la traduzione “Mentre suonavano gli strumenti musicali (?), la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa”, tradizionalmente veniva associata al banchetto di nozze di Cecilia: la donna cantava a Dio con l’accompagnamento dell’organo. Così si cominciò, a partire dal XV secolo a raffigurare la santa con un piccolo organo a fianco.

In realtà secondo l’interpretazione corretta, gli “organi” non sarebbero gli strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura, cantava a Dio nel suo cuore”. Non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio.

Dedicato alla santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso soprattutto in Italia, Francia e Germania a cui aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso della musica popolare. Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e periodici.

Alla santa sono legate alcune leggende come quella del mancato trafugamento del suo corpo da parte di un vescovo tedesco o la nascita delle frittelle chiamate “pettole” a Taranto, che si preparano non appena si sente il suono della banda musicale che all’alba comincia a girare per le vie della città.